Bielorussia | 18a settimana di proteste (7–13 dicembre)

Forti sanzioni contro Lukashenko e sua vendetta sui bielorussi

13 dicembre 2020 | BYHelp-Mediagroup
Source: Voice of Belarus. Cover photos: Deutsche Welle (top left), Deutsche Welle (top right), from the video (bottom left), TUT.BY (bottom right)

Attivate i sottotitoli nella vostra lingua nelle impostazioni del video.

La settimana è iniziata con una notizia che ha duramente ferito Lukashenko. Il Comitato Olimpico Internazionale ha escluso tutti i membri del Comitato olimpico nazionale bielorusso dai loro eventi, compresi i Giochi olimpici di Tokyo, che si terranno nel 2021. Aleksandr Lukashenko è il presidente del Comitato Olimpico Nazionale della Bielorussia. Ma già il giorno dopo, Lukashenko offeso, ha chiamato i membri del CIO un gruppo di banditi e ha dichiarato pubblicamente di non essere mai andato alle Olimpiadi, il che è solo un’altra bugia.

Cercando di consolidare la sua posizione, il dittatore annuncia la sua intenzione di innalzare una cortina di ferro e vietare alla maggioranza dei bielorussi di lasciare il Paese per via terrestre. Il motivo ufficiale è il coronavirus, anche se nessuno lo crede realmente: per ridurne l’incidenza si chiudono solitamente i confini in ingresso, non in uscita. È ovvio per tutti che questo è un altro passo del sovrano illegittimo verso la strada per stabilire il controllo totale sui cittadini «ribelli».

Tuttavia, nessuna isteria dell’ex presidente può fermare la protesta, che si è trasformata in una forma di partigianeria. Questa settimana è diventato particolarmente chiaro che le persone hanno imparato ad organizzarsi e ad uscire per le manifestazioni indipendentemente dai richiami sui popolari canali di Telegram. Ora loro stessi scelgono il giorno, l’ora, il luogo e il formato che ritengono più convenienti per esprimere la loro considerazione nei confronti del governo anti-bielorusso.

Iscriviti al nostro canale YouTube.