Belarus Daily | 5 mar

La Lituania non estraderà Tikhanovskaya alle autorità bielorusse; Foreign Policy dice che la Russia è coinvolta nella repressione delle proteste; la conferenza della Lega delle associazioni studentesche finisce con gli arresti di massa

5 marzo 2021 | Voice of Belarus
Nuovo murale nel famoso cortile di Minsk «Piazza dei cambiamenti». «Verrà il momento – e tutti dovranno provarsi il premio che si merita», hanno scritto gli autori della foto.
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Il Ministro degli Esteri lituano: «L’inferno si dovrà congelare prima che noi iniziamo a considerare le vostre richieste»

Il ministro degli Esteri lituano Gabrielus Landsbergis ha affermato che la Lituania non intende prendere in considerazione la richiesta della Procura generale bielorussa di estradare l’ex candidata alla presidenza Svetlana Tikhanovskaya.

Il suo commento è apparso sul sito del Ministero degli Esteri lituano: «La Lituania è stata e rimarrà quel muro di pietra dietro il quale troveranno rifugio tutte le forze democratiche perseguitate dai regimi. Per questo, tutti coloro che hanno trovato il rifugio in Lituania possono sentirsi al sicuro, non verranno consegnati ai regimi, né per la loro lotta per la democrazia, né per la libertà di parola o di religione. E possiamo dire al regime bielorusso che l’inferno si dovrà congelare prima che noi iniziamo a considerare le vostre richieste», ha detto Landsbergis.

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Foreign Policy americana: «L’unico attore esterno coinvolto nelle violenze contro i civili è la Russia di Putin»

La relazione congiunta di By_Pol e del centro studi iSANS su come proprio le forze dell’ordine bielorusse hanno sparato ai manifestanti pacifici, è servita come fonte per un articolo dell’edizione americana Foreign Policy.

Gli autori dell’articolo sottolineano che la maggior parte delle armi e delle munizioni (ad esempio, lanciagranate GM-94) utilizzate contro i manifestanti sono generalmente utilizzate per sopprimere gli attacchi terroristici e sono state fornite alla Bielorussia dalla Russia. «Sappiamo che i servizi speciali russi hanno addestrato i loro colleghi bielorussi all’uso delle armi», scrivono gli autori dell’articolo. «Il capo dell’intelligence straniera russa Sergey Naryshkin ha visitato Minsk diverse volte dopo l’inizio delle proteste nell’agosto 2020. Tutto questo collega il regime di Putin alle violenze in Bielorussia».

«Lukashenko incolpa le forze esterne per le proteste contro il suo governo, ma in realtà l’unico attore esterno coinvolto nelle violenze contro i civili è la Russia di Putin».

Oggi si è saputo che l’ufficio del procuratore generale della Bielorussia ha avviato un procedimento penale contro i rappresentanti di By_Pol Aleg Talerchyk, Ihar Loban.

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Gli arresti di massa durante una conferenza della Lega delle associazioni studentesche

La sera del 5 marzo, le forze dell’ordine con le maschere hanno fatto l’irruzione nell’hub delle startup Imaguru alla conferenza di fondazione della Lega delle associazioni studentesche. Tra i partecipanti all’evento c’erano i membri dello staff principale del Consiglio di coordinamento, Andrei Yahorau e Vitali Rymasheuski – loro e più di 20 altre persone sono stati arrestati. 

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I comitati di sciopero di tre grandi imprese hanno deciso di unirsi

I comitati di sciopero di tre grandi imprese si sono uniti in Bielorussia: Grodno-Azot, la raffineria di petrolio Naftan (Navapolatsk) e lo Stabilimento siderurgico bielorusso – BMZ (Zhlobin).

Le informazioni al riguardo sono apparse oggi sul canale Telegram del comitato di sciopero di Grodno-Azot. C’è scritto anche il motivo di tale passo: «Per un lavoro ben coordinato e per raggiungere il più presto possibile l’obiettivo comune, i movimenti di sciopero di Grodno-Azot, Naftan e BMZ hanno deciso di unirsi», dice il messaggio.

I comitati di sciopero unificanti affermano che «la nostra forza è nell’unità» e invitano «tutti i movimenti sindacali del Paese» ad unirsi a loro. Gli scioperanti chiedono nuove elezioni presidenziali, la fine delle violenze e la liberazione dei cittadini che, a loro avviso, sono ingiustamente detenuti.

I tribunali continuano a svolgere il ruolo di una macchina repressiva

Oggi è stato emesso il verdetto su Aliaksandr Trotski di Minsk. Ad agosto, fuggendo da persone armate in passamontagna, ha investito in auto un agente della polizia stradale. Aliaksandr è stato condannato a dieci anni in una colonia di massima sicurezza. Dovrà anche pagare alla vittima un risarcimento di 10mila rubli (oltre 3,1mila euro).

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L’informatico Ilya Kvachenko è stato condannato a 15 giorni di arresto. L’uomo si è rifiutato di rimuovere la bandiera bianco-rossa-bianca dalla terrazza. Prima la sua auto è stata evacuata dal cortile (il destino dell’auto non è ancora chiaro), e quando Ilya è arrivato dalla polizia il giorno successivo, è stato arrestato.

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La corte ha condannato il volontario della sede di Babaryka Anton Bialenski a un anno e mezzo di libertà vigilata in un istituto di riabilitazione sociale. Fino all’entrata in vigore del verdetto, Anton sarà libero.

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Kolesnikova ha ricevuto un premio per il coraggio

Il Dipartimento di Stato americano ha assegnato a Maria Kolesnikova il Premio Internazionale Donne Coraggiose: «Maria, nonostante sia in prigione, continua a sostenere il movimento democratico in Bielorussia ed è una fonte di ispirazione per tutti coloro che cercano di raggiungere la libertà per se stessi e per il proprio Paese».

Source: t.me/kyky_org

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